Devo ammettere che è quanto mai inusuale postare un articolo su Mother’s Day scrivendo di un’opera pittorica che ha paternità incerta. Ma le opere d’arte, si sa, sono tutte emanazioni/creature di chi le ha concepite, commissionate, collezionate: figlie -allo stesso tempo- del contingente e dell’universale.
E tra la messe di immagini e foto che le piattaforme dei social network ci propongono, io ho voluto scegliere la mia, per festeggiare le madri di questo giorno: Il neonato di Georges de La Tour.
Attualmente conservato al Musée des Beaux-Arts di Rennes, Il Neonato ha avuto sia paternità incerta giacché, mancante di firma, lo si ascriveva alla “bottega” e non alla mano dell’artista stesso, sia datazione incerta, che la compagine degli storici dell’arte –coesa- incastona tra il 1645 ed il 1648.
Ho scelto Georges De La Tour (Vic-sur-Seille 1593 – Lunéville 1652) perché mi piacciono i margini: perché sebbene la documentazione pervenuta lo attesti famoso e ricco (ed anche di un certo temperamento), lui, fu un pittore ai margini: e nei marginalia la vita è sempre vibrante e ricca di novità.
Della prima grande stagione caravaggesca europea -che ci ha regalato pittori del calibro Terbrugghen, Honthorst e Van Baburen- con gli effetti luministici che tutti conosciamo, lui, fu un caravaggesco sui generis, tale da riuscire a sviluppare un linguaggio del tutto nuovo.
Della grande stagione del barocco europeo, diviso tra una lezione di natura che sfocerà nel grande secolo d’oro della pittura al nord ed una lezione di retorica – che comprende giganti come Rubens e che ingloba una certa nozione di “classicismo” – quello di De La Tour fu pittura immersa nel proprio tempo, ma contemporaneamente in limine tra un rigorismo formale, composto, calibratissimo ed un caravaggismo totalmente autonomo.
E, da ultimo, in quella che fu la stagione di Richelieu e di Luigi XIII di Francia, nonostante nel 1639 una reale missiva (con tanto di viaggio in Parigi ed alloggio al Palazzo del Louvre) lo nominasse peintre ordinaire du Roy, lui preferì tornarsene da dove era venuto: dai margini, in Lorena.
Cronologicamente, l’opera fa parte dell’ultimo periodo, quella dei notturni che hanno reso famoso De La Tour, e nel tempo è stata chiamata Natività: la Vergine Madre è sola col suo Bimbo mentre Sant’Anna accosta il lume. Ma la grande bellezza delle opere “del nord” risiede nell’ umanizzazione dei personaggi: alcuni vi hanno visto le Sante altri, come la sottoscritta, non vede che due donne, madri entrambe, accogliere la nuova vita che dorme serena al lume di una candela.
Una calcolata resa monumentale delle figure; un geometrico studio delle posture; un elegantissimo gioco di rimandi tra il blocco in rosso della madre (rosso è l’amore, rosso il sangue) ed il bianco della madre della madre… tutto alla luce di un lume che propaga calore, bagnando contorni, corpi, drappeggi e quel visetto che da solo, spunta lucente dalle fasce (in bianco..).
E’ in un silenzio tutto intimo che siamo ammessi, come la donna in bianco, ad osservare la bellezza della maternità. Immagino che lo sguardo della madre abbia tracciato tutto il perimetro del suo bambino; che abbia contato le dita delle mani e dei piedi e si sia detta, nel silenzio: finalmente ti conosco. Che si sia domandata: e adesso…che sarà? Che avrà guardato e riguardato il naso, le orecchie, la bocca… e che alla donna in bianco abbia rivolto la stessa domanda: e adesso, che sarà?
Ecco. Dedico tutto questo e (e so c’è anche altro e che ho dimenticato qualcosa) alle madri che verranno, a quelle che lo stanno per diventare a breve, a quelle che hanno tempo fa dato alla luce i loro figli. Lo dedico a quelle che lottano per averne uno e a quelle che sperano felicemente che verrà. Lo dedico alle mamme sprint e a quelle slow. Lo dedico anche a quelle donne che per scelta non hanno avuto figli, ma che danno affetto, amore consigli e saggezza come se di figli ne avessero. Lo dedico anche a Grace, che mi manca e che se n’è andata troppo presto.
Happy Mother’s Day.
A presto,
Nichka
♥
BIBLIO LENS:
- Per il dibattito tra natura e retorica nel Seicento: C. Limentani Virdis, Introduzione alla pittura neerlandese, 1440-1675, Liviana;
- Per caravaggismo e caravaggisti: J. Rosenberg- S. Slive – E.H. Ter Kuile, Dutch art and architecture 1600-1800, Yale Univ. press;
- Ch. Wright, The Masters of Candlelight, 1995;
- J.P. Cuzin – Barry C. , Georges de la Tour, Yake Univ. press;
- Georges de La Tour, exhibition catalogue, Paris 1972;
WEB LENS: